Messaggioda Il Web » 16/10/2014 - 09:57
Chi non usa un conto farlocco, o chi non ha lasciato il paese, per restare su betfair.com avrà notato progressi nella versione italiana che fanno ben sperare chi vuol stare nelle regole.
Ovviamente i paragoni oggi non si possono fare e ... credo non si potranno fare mai.
La liquidità internazionale secondo me non arriverà, almeno in tempi brevi.
Consideriamo quanto sta succedendo nel Poker, in situazione di stallo se non proprio di crisi,
Un operatore (Pokerstars) detiene oltre il 50% delle quote di mercato ed è l'unico che ha interesse ad implementare in Italia liquidità condivisa. Si tratta di un gruppo internazionale, già strutturato per gestire una realtà che avrebbe implicazioni normative e tecnologiche non da poco. Se aprissero i rubinetti ... è molto probabile che dal 50% passerebbe in breve all'80% potendo contare su un grande vantaggio competitivo. Quindi agli altri, soprattutto agli 'storici' non converrebbe, o comunque sarebbe una sfida complessa. Mi risulta difficile pensare che un simile cambiamento possa avvenire in una situazione del genere.
Nel Betting Exchange la situazione non è, e non sarebbe, molto diversa, fatte ovviamente le debite considerazioni sulle differenze fra i prodotti. La liquidità internazionale converrebbe solo all'unico autentico Exchange presente sul mercato italiano, l'unico che avrebbe già pronta vera liquidità internazionale e una piattaforma bisognosa di pochi o nessun ritocco. Aggiungo che i bookmaker tradizionali, in particolare quelli interessati solo all'online, vedrebbero in un Exchange molto forte una concorrenza temibile per il loro prodotto Sportsbook, specie per la 'fascia alta' degli utenti e man mano che la cultura della scommessa si rafforzerà.
Quindi, anche qui c'è una 'killer application' in mano a un gruppo straniero. Non credo sia plausibile, allo stato attuale, che gli altri accettino passivamente di dare vantaggi. Le pressioni contrarie sarebbero molto forti, anche a livello politico. Difficile cambiare.