Messaggioda luigi21 » 22/06/2013 - 23:14
Da italnews
Ed alla fine anche Jan Ullrich capitolò. L’ex enfant prodige del ciclismo tedesco, l’unico che in sette anni riuscì quanto meno a tener testa al dopato Lance Armstrong, finalmente ammette le sue già palesi colpe.
“Sì, ho usato i trattamenti di Fuentes”. Per la prima volta il tedesco si esprime con tali posizioni, e dichiara che anche lui, come molti altri, era dopato. Jan Ullrich il 26 febbraio 2007 decise di ritirarsi dall’attività agonistica con un tempismo eccezionale, pochi giorni dopo infatti, venne alla luce che, grazie alle analisi, le sacche di sangue con le etichette rinvenute nella casa-laboratorio di Eufemiano Fuentes ed etichettate con: “numero 1”, “jan” o “’Hijo Rudicio’”, cioè figlio di Rudicio (Rudy Pevenage, team manager della tedesca Telekom, scopritore e mentore di Jan Ullrich ndr) appartenevano proprio a lui.
“Quasi tutti, all’epoca, facevano uso di sostanze dopanti e non ho preso niente che gli altri non prendevano già – ha dichiarato il tedesco in un goffo tentativo di salvarsi almeno la coscienza -. Penso che si possa parlare di truffa quando si ha un vantaggio, ma non è stato il mio caso, volevo solo le stesse chance degli altri”.
La frase di Ullrich un piccolo barlume di verità ce l’ha, ma ciò non potrà bastare a non eliminare il suo nome dalla storia del ciclismo. In attesa di quella burocratica, gli appassionati potranno farlo in quella ben più importante che è insita nella mente di ognuno.