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Unibet
ma Unibet è davvero così inaffidabile?
Messaggioda doriano71 » 14/04/2006 - 12:09
A tre giorni dall’accoglimento del ricorso di Astrabet da parte del Tribunale civile di Roma, il sito www.astrabet.com non è ancora raggiungibile dall’Italia. Tempi tecnici o negligenza? In una nota Astrabet ci informa che è già partita dai propri legali una lettera di diffida per la riattivazione immediata del sito. Di seguito, il comunicato integrale di Astrabet Bookmaker.
"Ammesso vogliano adempiere prima della notifica ufficiale, ci sono sempre dei tempi tecnici, dovuti alla sincronizzazione dei server DNS. In ogni caso, abbiamo già inviato attraverso i nostri legali una lettera di diffida, per la riattivazione immediata. Trattandosi di ordinanza immediatamente esecutiva, Astrabet confida che i monopoli di Stato vorranno adempiere ad un ordine della magistratura con l'urgenza che il caso richiede.Astrabet si riserva sin da ora di agire per il risarcimento dei danni già causati e che dovessero ulteriormente conseguire al protrarsi dell'inottemperanza di AAMS, nonchè di agire segnalando alle autorità competenti la fattispecie, allo scopo di accertare eventuali responsabilità anche di altra natura. Altresì i nostri legali sono già stati avvisati di procedere su ogni irregolarità che il caso propone senza nessun tipo di "sconto".
"Ammesso vogliano adempiere prima della notifica ufficiale, ci sono sempre dei tempi tecnici, dovuti alla sincronizzazione dei server DNS. In ogni caso, abbiamo già inviato attraverso i nostri legali una lettera di diffida, per la riattivazione immediata. Trattandosi di ordinanza immediatamente esecutiva, Astrabet confida che i monopoli di Stato vorranno adempiere ad un ordine della magistratura con l'urgenza che il caso richiede.Astrabet si riserva sin da ora di agire per il risarcimento dei danni già causati e che dovessero ulteriormente conseguire al protrarsi dell'inottemperanza di AAMS, nonchè di agire segnalando alle autorità competenti la fattispecie, allo scopo di accertare eventuali responsabilità anche di altra natura. Altresì i nostri legali sono già stati avvisati di procedere su ogni irregolarità che il caso propone senza nessun tipo di "sconto".
MITICO ZUCCOLI
Messaggioda doriano71 » 14/04/2006 - 16:01
AAMS: il sito dell'illegalità
Nonostante Astrabet Ltd., società con sede a Malta, abbia ottenuto dal Tribunale Civile di Roma un'ordine di immediato riallacciamento del suo sito alla rete Internet, l'AAMS si rifiuta di dar corso al provvedimento giudiziario, dimostrando ancora una volta d'infischairsi della legge.
Quello che conta all'AAMS sono solo le "trattative serrate" con i concessionari Italiani, il rinnovo delle concessioni contro la legge (Superenalotto), la proga di concessioni contro la legge (Totip), l'impedire qualsiasi bando di Concorso Europeo, per stroncare sul nascere le ambizioni dei bookmakers stranieri ad operare sul mercato Italiano.
Si tengono tutti su' a vicenda e crolleranno tutti insieme con tuitti i vari consulenti, o con un'altra operazione del tipo di quella di "Mani Pulite" o per il normale progresso del mondo o, ancora piu' facilmente, per decisioni della Corte di Giustizia Europea.
Carlo Zuccoli
Nonostante Astrabet Ltd., società con sede a Malta, abbia ottenuto dal Tribunale Civile di Roma un'ordine di immediato riallacciamento del suo sito alla rete Internet, l'AAMS si rifiuta di dar corso al provvedimento giudiziario, dimostrando ancora una volta d'infischairsi della legge.
Quello che conta all'AAMS sono solo le "trattative serrate" con i concessionari Italiani, il rinnovo delle concessioni contro la legge (Superenalotto), la proga di concessioni contro la legge (Totip), l'impedire qualsiasi bando di Concorso Europeo, per stroncare sul nascere le ambizioni dei bookmakers stranieri ad operare sul mercato Italiano.
Si tengono tutti su' a vicenda e crolleranno tutti insieme con tuitti i vari consulenti, o con un'altra operazione del tipo di quella di "Mani Pulite" o per il normale progresso del mondo o, ancora piu' facilmente, per decisioni della Corte di Giustizia Europea.
Carlo Zuccoli
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Messaggioda giallorosso » 14/04/2006 - 16:59
Quando posti queste notizie ti prego di citare la fonte, doriano
www.nelrossodelluovo.com
Sarebbe lungo ora spiegarti il perchè, me prendilo come un consiglio ed assolutissimamente non come un rimprovero
www.nelrossodelluovo.com
Sarebbe lungo ora spiegarti il perchè, me prendilo come un consiglio ed assolutissimamente non come un rimprovero
Bobas ha scritto:Tu scherzi caro Mirco ma io ho studiato a fondo la partita (pensa ieri sera nonostante non fossi solo a casa e lei mi chiamava pregandomi di raggiungerla a letto, desiderosa di me , io niente a studiare sui Bignami il calcio giapponese)
Messaggioda doriano71 » 14/04/2006 - 17:38
giallorosso ha scritto:Quando posti queste notizie ti prego di citare la fonte, doriano
www.nelrossodelluovo.com
Sarebbe lungo ora spiegarti il perchè, me prendilo come un consiglio ed assolutissimamente non come un rimprovero
Hai perfettamente ragione.....non ho riflettuto
FONTE LAUTOMATICO:NET
Messaggioda doriano71 » 20/04/2006 - 14:09
Dal xxx.lautomatico.net
A distanza di nove giorni dalla sentenza del tribunale civile di Roma che ha accolto il ricorso di Astrabet, l’accesso al sito è ancora bloccato. Di conseguenza quello che doveva essere un “ripristino immediatoâ€
A distanza di nove giorni dalla sentenza del tribunale civile di Roma che ha accolto il ricorso di Astrabet, l’accesso al sito è ancora bloccato. Di conseguenza quello che doveva essere un “ripristino immediatoâ€
Re: FONTE jamma.it
Messaggioda doriano71 » 21/04/2006 - 13:10
dal sito xxx.jamma.it
(Jamma) ASTRABET Ldt, il bookmaker maltese per il quale una sentenza del Tribunale Civile di Roma ha disposto il ripristino del sito per la raccolta di scommesse on-line, non si rassegna al silenzio e all’immobilismo dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato. “Fermo il diritto di AAMS di reclamare il provvedimentoâ€
(Jamma) ASTRABET Ldt, il bookmaker maltese per il quale una sentenza del Tribunale Civile di Roma ha disposto il ripristino del sito per la raccolta di scommesse on-line, non si rassegna al silenzio e all’immobilismo dell’Amministrazione dei Monopoli di Stato. “Fermo il diritto di AAMS di reclamare il provvedimentoâ€
FONTE nelrossodelluovo.com
Messaggioda doriano71 » 25/04/2006 - 09:35
News riportata nel sito xxx.nelrossodelluovo.com
Riceviamo da Astrabet il seguente comunicato che volentieri pubblichiamo.
COMUNICATO ASTRABET IN ORDINE ALLE DICHIARAZIONI RESE DA FUNZIONARIO DI AAMS A L’AUTOMATICO.
I PRINCIPI ESPRESSI DAL TRIBUNALE DI ROMA AVENTI PORTATA GENERALE.
La Rivista L’Automatico ha consultato AAMS in ordine alla riattivazione della connessione.
Un Funzionario di AAMS avrebbe risposto che il caso è equiparabile ad una “mosca biancaâ€
Riceviamo da Astrabet il seguente comunicato che volentieri pubblichiamo.
COMUNICATO ASTRABET IN ORDINE ALLE DICHIARAZIONI RESE DA FUNZIONARIO DI AAMS A L’AUTOMATICO.
I PRINCIPI ESPRESSI DAL TRIBUNALE DI ROMA AVENTI PORTATA GENERALE.
La Rivista L’Automatico ha consultato AAMS in ordine alla riattivazione della connessione.
Un Funzionario di AAMS avrebbe risposto che il caso è equiparabile ad una “mosca biancaâ€
Re: FONTE nelrossodelluovo.com
Messaggioda doriano71 » 28/04/2006 - 18:17
Da "La Repubblica"
La rivolta dei provider italiani:'Costretti a oscurare siti di scommesse'.
La protesta: "Siamo obbligati a fare i i poliziotti della Rete Non è giusto: si ledono la libertà nostra e quella degli utenti" di ALESSANDRO LONGO.
àˆ guerra in Italia per la libertà di internet, contro lo Stato italiano che da marzo sta bloccando alcune centinaia di siti stranieri.
Adesso scatta la rivolta dei provider Internet, costretti dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (Aams) a impedire ai propri utenti di accedere ad alcuni siti di scommesse.
Aams li considera sprovvisti di autorizzazione a servire cittadini italiani e per questo li vuole fuori dai giochi, finché non si mettono in regola.
àˆ un caso che ha fatto discutere, indicato da molti come il primo esempio notevole di censura di internet su larga scala, in Italia.
I provider finora hanno ubbidito in silenzio agli ordini di Aams. Hanno configurato i propri servizi in modo che certi siti non fossero raggiungibili.
Cosicché ora gli utenti italiani, a meno di espedienti tecnici, non possono fare scommesse e giochi d'azzardi su siti stranieri sprovvisti della concessione Aams.
Ma ai provider questa azione di forza non è andata giù.
La considerano una violenza alla loro libertà e a quella degli utenti italiani.
La reazione, a lungo meditata, è esplosa Venerdì 21 aprile: Assoprovider, associazione che rappresenta circa duecento piccole e medie aziende che forniscono accesso a internet, ha depositato ricorso al Tar del Lazio contro gli ordini di Aams.
Lo racconta a Repubblica.it, Fulvio Sarzana, l'avvocato incaricato da Assoprovider di presentare ricorso.
I siti che i provider sono costretti a bloccare, tra l'altro, cresce di continuo.
All'inizio erano 517, ora se ne contano 553.
Aams, infatti, chiede ai provider di bloccare nuovi siti man mano che ne scopre altri non autorizzati; rimuove dall'elenco, invece, quelli che si sono arresi e hanno comprato quindi la concessione da Aams.
I provider disubbidienti rischiano una multa dai 30 mila ai 180 mila euro.
"Ci hanno obbligato a fare i poliziotti di internet, contro siti stranieri, anche europei", dice Sarzana.
Ci sono già stati ricorsi da parte delle agenzie estere di scommesse contro l'Aams; qualche giorno fa ne è stato pure vinto uno, da Astrabet, con provvedimento d'urgenza presso la II sezione del tribunale civile di Roma.
Questo di Assoprovider è però il primo ricorso fatto dai provider e in nome di un principio: la libertà degli utenti e delle aziende in internet.
"I provider italiani- dice l'avvocato Sarzana- sono gli unici in Europa obbligati a non consentire l'accesso ad agenzie di scommesse britanniche o estere.
L'Italia è la prima nazione occidentale ad avere imposto le restrizioni oggetti di ricorso, che sono una grave limite alla libertà di espressione su internet".
Secondo Assoprovider, ad aggravare il danno è una lacuna nel provvedimento di Aams: "non ha detto ai provider in che modo, tecnicamente, dovessero essere bloccati i siti. Allora, per sfuggire alle sanzioni, hanno dovuto applicare un filtro totale agli indirizzi IP relativi ai siti", dice Sarzana.
Così, non soltanto i servizi di scommessa online sono stati resi irraggiungibili, ma anche tutte le normali pagine del sito, dove l'utente potrebbe trovare le informazioni sull'azienda, le e-mail di contatto dei responsabili.
Tutto reso inaccessibile, anche se alcuni utenti hanno già trovato l'espediente tecnico (configurando in modo particolare il sistema operativo) per aggirare il blocco dell'IP.
A maggiore ragione, per Assoprovider conta difendere una questione di principio, "che se venisse meno farebbe fare all'Italia passi avanti verso una società dittatoriale.
Sono in gioco due libertà .
Quella di espressione su Internet e quella dei provider di fare il proprio mestiere senza dover sottostare a gravose responsabilità e a pressioni coercitive".
"L'imposizione di filtri su internet non è una cosa buona per un Paese democratico- aggiunge.
A dimostrazione di ciò, negli Stati Uniti è stata vietata, da una decisione della Corte Suprema nel 2004, perché violava la libertà di espressione".
Assoprovider dà forza alle proprie ragioni facendo riferimento al Codice europeo delle Comunicazioni Elettroniche. Come scritto nel ricorso, il provvedimento di Aams viola le garanzie e le libertà indicate dagli articoli tre e quattro.
Tra l'altro, "la libertà delle persone nell'uso dei mezzi di comunicazione elettronica; il diritto di iniziativa economica ed il suo esercizio in regime di concorrenza" e il fatto che "la fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica, che è di preminente interesse generale, è libera", si legge nel ricorso. Nelle prossime settimane sarà discusso il ricorso di Assoprovider. Probabilmente a maggio sarà affrontata la cosiddetta "sospensiva", inclusa nel ricorso; se dovesse essere vinta da Assoprovider il blocco di quei siti sarà sospeso fino al termine del procedimento. (28 aprile 2006)
La rivolta dei provider italiani:'Costretti a oscurare siti di scommesse'.
La protesta: "Siamo obbligati a fare i i poliziotti della Rete Non è giusto: si ledono la libertà nostra e quella degli utenti" di ALESSANDRO LONGO.
àˆ guerra in Italia per la libertà di internet, contro lo Stato italiano che da marzo sta bloccando alcune centinaia di siti stranieri.
Adesso scatta la rivolta dei provider Internet, costretti dall'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato (Aams) a impedire ai propri utenti di accedere ad alcuni siti di scommesse.
Aams li considera sprovvisti di autorizzazione a servire cittadini italiani e per questo li vuole fuori dai giochi, finché non si mettono in regola.
àˆ un caso che ha fatto discutere, indicato da molti come il primo esempio notevole di censura di internet su larga scala, in Italia.
I provider finora hanno ubbidito in silenzio agli ordini di Aams. Hanno configurato i propri servizi in modo che certi siti non fossero raggiungibili.
Cosicché ora gli utenti italiani, a meno di espedienti tecnici, non possono fare scommesse e giochi d'azzardi su siti stranieri sprovvisti della concessione Aams.
Ma ai provider questa azione di forza non è andata giù.
La considerano una violenza alla loro libertà e a quella degli utenti italiani.
La reazione, a lungo meditata, è esplosa Venerdì 21 aprile: Assoprovider, associazione che rappresenta circa duecento piccole e medie aziende che forniscono accesso a internet, ha depositato ricorso al Tar del Lazio contro gli ordini di Aams.
Lo racconta a Repubblica.it, Fulvio Sarzana, l'avvocato incaricato da Assoprovider di presentare ricorso.
I siti che i provider sono costretti a bloccare, tra l'altro, cresce di continuo.
All'inizio erano 517, ora se ne contano 553.
Aams, infatti, chiede ai provider di bloccare nuovi siti man mano che ne scopre altri non autorizzati; rimuove dall'elenco, invece, quelli che si sono arresi e hanno comprato quindi la concessione da Aams.
I provider disubbidienti rischiano una multa dai 30 mila ai 180 mila euro.
"Ci hanno obbligato a fare i poliziotti di internet, contro siti stranieri, anche europei", dice Sarzana.
Ci sono già stati ricorsi da parte delle agenzie estere di scommesse contro l'Aams; qualche giorno fa ne è stato pure vinto uno, da Astrabet, con provvedimento d'urgenza presso la II sezione del tribunale civile di Roma.
Questo di Assoprovider è però il primo ricorso fatto dai provider e in nome di un principio: la libertà degli utenti e delle aziende in internet.
"I provider italiani- dice l'avvocato Sarzana- sono gli unici in Europa obbligati a non consentire l'accesso ad agenzie di scommesse britanniche o estere.
L'Italia è la prima nazione occidentale ad avere imposto le restrizioni oggetti di ricorso, che sono una grave limite alla libertà di espressione su internet".
Secondo Assoprovider, ad aggravare il danno è una lacuna nel provvedimento di Aams: "non ha detto ai provider in che modo, tecnicamente, dovessero essere bloccati i siti. Allora, per sfuggire alle sanzioni, hanno dovuto applicare un filtro totale agli indirizzi IP relativi ai siti", dice Sarzana.
Così, non soltanto i servizi di scommessa online sono stati resi irraggiungibili, ma anche tutte le normali pagine del sito, dove l'utente potrebbe trovare le informazioni sull'azienda, le e-mail di contatto dei responsabili.
Tutto reso inaccessibile, anche se alcuni utenti hanno già trovato l'espediente tecnico (configurando in modo particolare il sistema operativo) per aggirare il blocco dell'IP.
A maggiore ragione, per Assoprovider conta difendere una questione di principio, "che se venisse meno farebbe fare all'Italia passi avanti verso una società dittatoriale.
Sono in gioco due libertà .
Quella di espressione su Internet e quella dei provider di fare il proprio mestiere senza dover sottostare a gravose responsabilità e a pressioni coercitive".
"L'imposizione di filtri su internet non è una cosa buona per un Paese democratico- aggiunge.
A dimostrazione di ciò, negli Stati Uniti è stata vietata, da una decisione della Corte Suprema nel 2004, perché violava la libertà di espressione".
Assoprovider dà forza alle proprie ragioni facendo riferimento al Codice europeo delle Comunicazioni Elettroniche. Come scritto nel ricorso, il provvedimento di Aams viola le garanzie e le libertà indicate dagli articoli tre e quattro.
Tra l'altro, "la libertà delle persone nell'uso dei mezzi di comunicazione elettronica; il diritto di iniziativa economica ed il suo esercizio in regime di concorrenza" e il fatto che "la fornitura di reti e servizi di comunicazione elettronica, che è di preminente interesse generale, è libera", si legge nel ricorso. Nelle prossime settimane sarà discusso il ricorso di Assoprovider. Probabilmente a maggio sarà affrontata la cosiddetta "sospensiva", inclusa nel ricorso; se dovesse essere vinta da Assoprovider il blocco di quei siti sarà sospeso fino al termine del procedimento. (28 aprile 2006)
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